Con i lampioni (a Led) regolabili Pittsburgh torna a riveder le stelle- Corriere.it

2022-03-02 09:58:05 By : Mr. Jeff Meng

di Katia D’Addona 28 feb 2022

A Pittsburgh tornano in scena le stelle . O almeno è questa una delle aspettative del consiglio comunale che a settembre, sotto la guida dell’allora sindaco William Peduto, ha approvato il progetto Led Street Light Upgrade. Secondo i dati del Municipio del West Pennsylvania, il nuovo piano di illuminazione pubblica convertirà i 35mila lampioni della città con lampadine a Led a basso wattaggio che riducono l’inquinamento luminoso e alzano il sipario sui corpi celesti . Uno spettacolo “live” nostalgico per gli otto americani su dieci che secondo la Nasa, a causa dello scintillio delle “glow cities”, non può più vedere la Via Lattea. E assolutamente inedito per le nuove generazioni, dato che negli ultimi decenni l’illuminazione artificiale su spazi pubblici e privati ha spinto le muse dei poeti dietro le quinte della volta celeste.

Prima la mappatura, poi la sostituzione di 35mila pali della luce con un sistema che modifica la luminosità secondo le necessità. Così la vecchia e fumosa “Città dell’Acciaio” della Pennsylvania diventa un modello

«Ci sono circa seimila stelle nel cielo, ma possiamo vederne a malapena una dozzina», nota la ricercatrice Diane Turknesh: lei, dal prestigioso campus del Carnegie Mellon University , fiore all’occhiello della città e degli atenei della New Ivies , ha guidato la scrupolosa realizzazione della mappa notturna sulle 58 miglia quadrate di Pittsburgh, utilizzando foto scattate da droni e dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, con cui ha implementato una distribuzione intelligente e a zero sprechi dell’illuminazione urbana, conforme ai parametri - per wattaggio, temperatura del colore, orari in cui tenere la luce accesa - dettati dall’International Dark Sky Association (Ida), l’ong che opera per la conservazione di ambiente notturno e cielo stellato. Con le lampadine a Led sulle strade di Pittsburgh, prima città negli Stati Uniti orientali a entrare nel club delle “dark sky city”, a tirare un sospiro di sollievo non sono solo gli astrofili . «Con i nuovi lampioni, per i quali il Comune ha stanziato 16 milioni di dollari, i costi energetici saranno ridotti fino al 70 per cento, con un risparmio di un milione all’anno » risponde agli scettici Grant Ervin, responsabile dell’innovazione tecnologica del Comune. «Il progetto sarà realizzato in 24 mesi, ma i benefici saranno visibili anche prima: dalla salute pubblica alle condizioni ambientali».

Preservare il buio sostituendo i tradizionali “cobrahead” a incandescenza con impianti dotati di lampadine a luce ambrata e di sensori capaci di contenere la dispersione di luce equivale a restituire alla natura il suo orologio naturale, regolato dal ciclo giorno/notte che segna il rintocco seguito dagli uccelli per le migrazioni, e definisce il calendario delle stagioni, senza il quale gli alberi rischiano di diventare verdi troppo presto. «Le piante hanno bisogno di luce non solo per la fotosintesi », sottolinea Jess Ignasky, coordinatrice dello storico giardino botanico Phipps Conservatory. «Usano luce e mancanza di luce come segnali per cambiare il comportamento. L’inquinamento luminoso può privarle del tempo di inattività di cui necessitano per riparare e conservare l ‘ energia». Le stesse lancette regolano il riposo dell’uomo, come ribadisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità: senza un’adeguata percezione della separazione tra ore notturne e diurne, possono esserci conseguenze pericolose per la salute. Invece, abituarsi al buio può essere semplice: «L’ ordinanza di Pittsburgh offre l’ opportunità di adottare una politica facile da comprendere, attuare e far rispettare» osserva Ruskin Hartley, direttore dell ‘ International Dark-Sky Association. «Speriamo serva da modello per altri comuni che cercano di ridurre l ‘ inquinamento luminoso».

Gli altri progetti Alcune città sono già pronte con progetti vari : Light Out Philly, a Philadelphia , prevede di spegnere le luci nella fascia notturna durante le migrazioni, in Massacchusetts si discute già su un disegno di legge sul “cielo scuro” e la senatrice della Pennsylvania, Carolyn Committa, vorrebbe portare al buio l’intero Stato. A lla Cop26 l’inviato americano per il clima John Kerry ha insistito sull’«urgenza di un’azione ambiziosa per il clima a livello locale ». Ma alla “light pollution” è dedicata anche un’ampia sezione del Build Back Better, il piano con cui il presidente Biden si propone tra l’altro di traghettare gli americani fuori dall’ostruzionismo antiambientalista di Trump, che accusava le luci a Led di farlo apparire «troppo arancione». A dicembre col protocollo sul General Service Lamps, il Dipartimento di Energia ha fissato lo standard di 45 lumen per watt che porterà nei prossimi anni a svitare tutte le lampadine a incandescenza, ancora un terzo delle vendite di settore. Obiettivo che agli scienziati appare auspicabile - ridurrebbe le emissioni di gas serra di 222 milioni di tonnellate - quanto ambizioso, per il ritmo lento con cui si procede.

Alcune città sono già pronte con progetti vari

L’ex città fumosa ora corre veloce

«I produttori hanno avuto un paio di anni per smaltire le scorte: un tempo extra dato a scapito del clima» denunciano i consulenti dell’Appliance Standards Awareness Project. Pittsburgh - la cui operatività si palesa nel dialetto locale che sostituisce il to be con verbi d’azione - corre già più veloce del governo federale, forgiandosi di un primato ben diverso da quello che dal XIX secolo l’ha portata alla ribalta come Steel city. «Durante la guerra produceva così tanto acciaio che l’aria era soffocata dal fumo e le luci delle strade venivano accese a metà giornata», afferma Matthew Williams, insegnante di Storia all’Oakland Catholic High School e pittburghese da almeno tre generazioni. «Passare da questo a un’ordinanza sul cielo oscuro mi rende orgoglioso. Chi pensa ancora a Pittsburgh come alla “città fumosa” dovrà cambiare percezione ».