Poter irrigare i campi con l’acqua salata rappresenterebbe una rivoluzione non da poco per tutte quelle aree aride del pianeta che non possono realizzare vere coltivazioni a causa del clima. Ciò non è mai stato possibile in quanto il sale danneggia irrimediabilmente le piante.
Una nuova ricerca, effettuata da ricercatori dell’Università King Abdullah per la Scienza e la Tecnologia (KAUST), mostra però che esiste una speranza. Secondo i ricercatori, che hanno lavorato insieme a scienziati egiziani, è possibile irrigare i campi di piante di pomodoro con acqua salata grazie ad un fungo del deserto.
Allo studio ha partecipato anche Mohamed Abdelaziz, che ha lavorato al progetto insieme a Heribert Hirt. Lo stesso ricercatore ammette che migliorare la tolleranza delle piante al sale potrebbe rappresentare una scoperta importantissima ma bisogna raggiungere questo scopo anche in maniera sostenibile ed economica.
I ricercatori hanno utilizzato il fungo Piriformospora indica, una specie che instaura delle relazioni simbiotiche con le piante favorendo la crescita di queste ultime in condizioni di stress causate dalla presenza di sale. Gli studi che i ricercatori hanno condotto mostrano che questo fungo può migliorare non di poco la crescita delle piante di pomodoro trattate con irrigazione salina lungo termine.
I ricercatori hanno effettuato esperimenti per quattro mesi in serre di pomodoro esaminando i tratti genetici ed enzimatici in due gruppi di piante, uno colonizzato con Piriformospora indica ed un altro no. I ricercatori si accorgevano che il fungo aumentava l’espressione di un particolare gene nelle foglie denominato LeNHX1.
Questo gene è responsabile, insieme ad altri della stessa famiglia, dell’eliminazione del sodio dalle cellule. Proprio l’accumulo di sodio può influenzare negativamente il metabolismo delle piante quando queste ultime debbono avere a che fare con acqua salata. Inoltre i ricercatori si accorgevano anche che le piante trattate con il fungo mostravano livelli più alti di potassio nelle foglie, nei germogli e nelle radici e ciò indicava livelli più alti di attività enzimatica antiossidante.
Alla fine il trattamento con il fungo aumentava la resa del 22% in condizioni normali e del 65% quando le piante venivano annaffiate con acqua salata. Secondo gli stessi ricercatori si tratta di un metodo relativamente semplice ed economico che può essere adottato anche per l’agricoltura su larga scala.
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