Narciso: coltivazione e cura dei bulbi - GreenStyle

2022-09-02 17:39:28 By : Mr. Zale Zhang

Il narciso è di certo uno dei fiori più amati, tanto da essere coltivato in tutto il mondo e frequentemente scelto per la creazione di meravigliosi bouquet dalle note primaverili. Questa pianta è infatti una delle prime a spuntare appena terminato l’inverno e, per la sua fioritura concentrata spesso a marzo e aprile, è anche uno dei simboli della Pasqua.

Non tutti sanno, però, come bastino pochi accorgimenti per far fiorire questo splendido vegetale anche durante i mesi più freddi. Ma quali sono le caratteristiche del narciso, come si coltiva e come si curano i bulbi?

Come di consuetudine, prima di cominciare è bene chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, per verificare la compatibilità della coltivazione del narciso con il clima tipico del proprio luogo di residenza.

Temperature troppo fredde potrebbero infatti determinarne la morte, così come anche un livello della colonnina di mercurio eccessivo. Di seguito, qualche informazione utile.

Con il termine botanico Narcissus – comunemente chiamato narciso – si identifica un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Amaryllidaceae. Questo vegetale ha avuto probabilmente origine nel bacino del Mediterraneo, per poi diffondersi rapidamente in tutta Europa e in gran parte dell’Asia. Oggi è coltivato in tutto il mondo a scopo ornamentale.

La pianta del narciso è una bulbosa e si caratterizza per diversi steli di media altezza, slanciati e dall’intensa colorazione verde. Da questi prendono vita delle foglie nastriformi che accompagnano lo stelo stesso, proteggendolo.

Sulle estremità degli steli appaiono fiori di colore giallognolo, di intensità diverse a seconda delle specie. La peculiarità di questi esemplari è data dalla presenza di petali molto morbidi e delicati, chiamati lacinie, pronti a raccogliere una corona centrale a campana, dalle estremità dentellate e dalla tonalità più scura di giallo.

Oggi sono disponibili moltissime varietà di narciso, perlopiù frutto di ibridazioni ed esperimenti. Questo perché, originariamente, i natura il fiore appariva di un giallo pallido, più tendente al bianco. Secoli di selezioni, incroci ed esperimenti hanno permesso di ottenere narcisi dalle tinte solari, anche molto accese.

Il nome di questa pianta sembra derivare dal greco “narkào” – “stordisco” – per via del suo intenso e gradevole profumo. Secondo alcuni, la definizione sarebbe invece di origine persiana, dove si parla appunto di questi fiori definendoli “nargis“.

La definizione ellenica sembra essere tuttavia la più verosimile, anche perché a questo fiore è associata anche una figura della mitologia greca. Si sta parlando del bellissimo Narciso, condannato a innamorarsi della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua, trovando così la morte.

Il narciso è un fiore tipico dell’inizio della primavera, quando le temperature non sono più così rigide come in pieno inverno, ma nemmeno eccessivamente calde. La fioritura può iniziare già nel mese di marzo, per poi protrarsi per tutto aprile e maggio: non a caso, questo fiore è stato sin dall’antichità associato alla Pasqua e alla Passione di Cristo.

Questo non tanto per la sua simbologia, quanto proprio per la sua abbondanza nei prati proprio a ridosso con il periodo pasquale.

Ricreando delle condizioni climatiche adeguate, è possibile tuttavia far fiorire i narcisi anche in inverno. Più complesso è invece realizzare un simile obiettivo in estate, perché i giorni eccessivamente afosi e la scottante irrorazione solare ne possono danneggiare sia i petali che gli stessi steli.

Elencate le caratteristiche di base dei narcisi, è giunto il momento di pensare alla loro coltivazione. Così come avviene per qualsiasi altra pianta ornamentale, anche per il narciso è necessario assicurare alla pianta alcune esigenze. Di seguito, qualche consiglio.

Per poter crescere rigogliosi e assicurare una lunga fioritura, i narcisi hanno bisogno di alcune specifiche condizioni:

Il narciso può essere coltivato abbastanza facilmente sia in vaso che in giardino. Nel primo caso, bisogna avere molta cura a predisporre un letto di ghiaia, cocci o palline di argilla espansa sul fondo del contenitore, per aumentare il drenaggio dell’acqua. All’aperto, è consigliato zappare l’area da coltivare per garantire una distribuzione più omogenea delle sostanze nutritive.

I bulbi possono essere inseriti nel terreno già nella stagione invernale, da settembre fino a gennaio, a seconda della varietà a propria disposizione. Si interrano a circa tre o quattro centimetri di profondità, separando ogni esemplare di circa una ventina di centimetri.

Molto dipende però anche dalla grandezza del bulbo stesso: la tradizione popolare suggerisce infatti di creare dei buchi nel terriccio di profondità doppia rispetto alla lunghezza del bulbo. La moltiplicazione della pianta avviene invece per divisione del cespo, una possibilità che permette di conservare le caratteristiche genetiche della pianta d’origine.

Forse non tutti sono al corrente del fatto che sia possibile far fiorire i narcisi anche in inverno, sebbene si tratti di una fioritura non troppo duratura. Naturalmente, per ottenere questo risultato è necessario che il narciso venga coltivato in casa, in un luogo fresco, asciutto e lontano dalle intemperie.

Per farlo, si riempie un vaso di vetro di sassolini e ghiaia, giunti alla metà del contenitore si posa il bulbo e lo si copre con altri sassi, lasciandone libera la punta. Si aggiunge quindi dell’acqua e, dopo qualche giorno, spunteranno dal bulbo le prime radici e i primi germogli.

Le temperature ideali sono quelle comprese tra i 12 e i 18 gradi, purché il vaso venga posizionato in ambienti non troppo umidi e possa approfittare ogni giorno di una sufficiente luce solare.

Ma come gestire la pianta del narciso sia nella sua fase attiva di fioritura che di bulbo invernale? Si parte con la concimazione, sempre con soluzioni organiche come il compost, da effettuarsi una volta al mese per tutto il periodo vegetativo della pianta.

Si prosegue quindi con il controllo dei parassiti: le parti aeree possono essere attaccate dagli afidi, mentre il bulbo è spesso colpito da muffe per eccesso di annaffiatura. Per entrambi i casi, un metodo utile di contrasto agli insetti è il ricorso all’olio di neem.

Se si decide di lasciare i bulbi nel terreno durante l’inverno, utile sarà ricoprire l’area coltivata con uno strato di pacciamatura. In alternativa, si possono estirpare dal terreno, lasciare asciugare e poi posizionare in un contenitore di sabbie e terriccio, da conservare in un luogo fresco e buio fino alla successiva primavera.

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