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Preoccupazione, rabbia e paura di ciò che accadrà nei prossimi mesi: il caro energia sta mettendo a dura prova gli esercenti bresciani, già fiaccati dagli anni di Covid. «Perché nonostante le ultime due stagioni estive siano state, per molti di noi, piuttosto positive, recuperare quanto perso durante le continue chiusure da pandemia non è cosa di poco conto e di certo non è immediato. E ora dobbiamo scontrarci con l'ennesima crisi», concordano i i baristi e i ristoratori preoccupati dai pagamenti quadruplicati, e a volte quintuplicati, di energia e gas. Razionalizzare laddove possibile, risparmiare sul personale o apportare minimi rincari sui prezzi al cliente sono strategie insufficienti, palliativi incapaci di produrre un vero sollievo. «Proseguire così è davvero complicato - ammette Nando Santoni dell’Hostaria Cosmopolitan di via Fratelli Dandolo -. L’ultima bolletta è stata di 2.200 euro contro i 600 euro dello scorso anno. Abbiamo spento qualche frigorifero cercando di trasferire tutto il carico su quelli principali, ma non basta. Perché il problema non è sola l’energia: qui è cresciuto tutto e già da parecchio tempo. L’unica cosa che abbiamo potuto fare è aumentare di pochissimi euro solo alcuni piatti del nostro menù. Un leggero adeguamento ma che chiaramente non ci permette di rientrare neppure lontanamente delle spese quotidiane». Una condizione diffusa che si traduce in una forte disapprovazione nei confronti «di una politica sbagliata e immobile, incapace a capire realmente le difficoltà e i bisogni delle persone. Devono fare qualcosa e subito - chiosa Elvis, titolare di Artemisia di corso Mameli -. E’ impossibile andare avanti in questa situazione ancora per molto: 2.500 euro di bolletta, contro i 700 euro dello scorso anno, e a volte ci si mettono pure sonori conguagli. Fortunatamente ho tutte le lampadine a Led, ma gli impianti che ci consentono di lavorare consumano, e parecchio. Dovrei rifarmi sul cliente? No, non è giusto. Non posso gravare su persone che si trovano nella mia stessa condizione. Tutti hanno meno soldi in tasca: le bollette di casa sono aumentate considerevolmente, fare la spesa è un salasso, prendere la macchina è diventato un lusso. Il Governo deve agire non può più attendere, devono calmierare i costi. Ed è inutile che ci permettano di rateizzare le bollette se il mese successivo mi arriva un’altra batosta». C’è anche chi ha dovuto prendere una decisione sofferta. E’ il caso della forneria Birbes di via Mazzini. «Ho dovuto lasciare a casa una dipendente - ammette dispiaciuta Julia Nino -, purtroppo non ci stavamo più dentro. Siamo spaventati di quello che potrà accadere se non si affrettano a prendere decisioni concrete. Noi cerchiamo di risparmiare accendendo l’aria condizionata solo quando fa davvero caldo ma non possiamo mica spegnare i forni e i frigoriferi. Dopo l’emergenza sanitaria, quella energetica non ci voleva proprio». Molto rari, invece, i colpi di fortuna: «A marzo dello scorso anno in A2A mi hanno consigliato di bloccare la tariffa. Mi sono fidato, l’ho fatto ed è stato un gran colpo», confida Marco Dodesini del Mon Petit Bistrot di piazza del Vescovato titolare anche di Gusto in via Foro Boario dove ha installato un impianto fotovoltaico. «Non posso di certo lamentarmi rispetto ai miei colleghi. Noi, per ora, facciamo i conti con una crescita non eccessiva del gas e con aumento medio dei fornitori del 20%. Solo per fare un esempio l’olio di semi è passato da 80 centesimi a 3,80 euro; il pesce, invece, sembra essersi stabilizzato, ma l'andamento dei costi è più o meno giornaliero». E chissà cosa riserverà l’immediato futuro.•.
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