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Il racconto della giornata di sabato 2 aprile 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Nel trentottesimo giorno di guerra in Ucraina, 42 bus scortati dalla Croce Rossa hanno lasciato la città di Mariupol che potrebbe diventare il teatro di uno scontro cruciale nei prossimi giorni. Sul piano militare, invece, in queste ore si sta parlando di nuovi rinforzi dai paesi occidentali alle forze armate ucraine. Potrebbero fare la differenza? In mattinata a Leopoli è arrivata la Carovana della Pace partita ieri da Gorizia con 66 mezzi e 221 volontari italiani per portare aiuti e manifestare per la pace. In Yemen, nel primo giorno di Ramadan, è iniziata una tregua di due mesi dopo che le parti hanno accettato di fermare tutte le operazioni militari. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.
In questo 38esimo giorno dall’inizio dell’invasione russa c’è ancora la città di Mariupol al centro delle notizie. Dalla città del sud del Paese, assediata, sono partiti 42 bus scortati dalla Croce Rossa, in direzione Zaporijhia. A bordo 3.700 civili che hanno lasciato la città che potrebbe diventare il teatro di uno scontro cruciale nei prossimi giorni. Una battaglia all’ultimo sangue per conquistare lo snodo che il Cremlino ritiene fondamentale per il suo disegno di presa del Sud dell’Ucraina. Proprio questo piano sembra essere confermato dai movimenti sul terreno oltre che dalle dichiarazioni di Mosca.
Sul piano militare si è parlato in queste ore di nuovi rinforzi dai paesi occidentali alle forze armate ucraine: non solo armi anti-carro e anti-aereo ma veri e proprio mezzi blindati. Potrebbero fare la differenza? E segnano un salto di qualità nel coinvolgimento della Nato nel conflitto? Lo abbiamo chiesto a Riccardo Ferretti, direttore di Panorama Difesa:
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È arrivata in mattinata a Leopoli, in Ucraina, la carovana di 66 mezzi e 221 volontari italiani partita all’alba di ieri da Gorizia per portare aiuti e manifestare per la pace. La carovana porta avanti l’azione pacifica “Stop The War Now”, cui hanno aderito 153 associazioni. I pulmini, partiti da tutta Italia, hanno consegnato 32 tonnellate di cibo, medicine e beni di prima necessità per la popolazione ucraina; al loro ritorno potranno portare fino a 350 profughi. Monica di Sisto, giornalista e attivista per la pace:
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Oggi, nel primo giorno di Ramadan, comincia in Yemen una tregua di due mesi. L’Onu ha annunciato l’accordo raggiunto tre le parti, che hanno accettato di fermare tutte le operazioni militari. “È un primo passo atteso da tempo”, ha spiegato l’inviato delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, “tutte le donne, uomini e bambini yemeniti che hanno sofferto immensamente in 8 anni di guerra non si aspettano niente di meno che la fine di questo conflitto. E le parti devono realizzarla”. La giornalista Laura Silvia Battaglia:
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È la prima volta che lo sport italiano prende una posizione così chiara nei confronti di atleti o formazioni nazionali russe dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Lo ha fatto la Federazione Pallacanestro in vista delle qualificazioni per i mondiali. L’Italia è in un girone con Russia, Islanda e Olanda. La Fiba, la Federazione Internazionale ha deciso di non decidere e non ha escluso la Russia dalle qualificazioni. E così l’Italia, come anche Islanda e Olanda, non scenderà in campo nel caso in cui si dovessero svolgere le partite. Ieri il Presidente del Coni Malagò ha appoggiato la scelta del Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Petrucci di non far presentare la nazionale e ha criticato la Fiba che ha rimandato la decisione a maggio. Sport e politica dovrebbero essere due mondi separati ma spesso si incrociano. Nel 1970 il Comitato Olimpico cacciò il Sud Africa per il regime di apartheid, nel 1992 la Jugoslavia venne esclusa dagli europei di calcio per la situazione nei balcani. Per non parlare del boicottaggio delle Olimpiadi del 1980 a Mosca e del 1984 a Los Angeles. Il CIO ha deciso l’esclusione dal mondo sportivo della Russia che è già stata allontanata con la Bielorussia dalle paralimpiadi di Pechino un mese fa. Decisione che ci può stare. Quello che però qualche dubbio lo fa venire è come mai in analoghe situazioni belliche in passato il CIO non sia stato così solerte nel prendere una posizione. Tanto per fare un esempio quando Israele bombardava la striscia di Gaza non si è mai parlato di alcun tipo di sanzione. E la Palestina è un membro del comitato internazionale olimpico.
🔴#Covid19 – La situazione in Italia al 2 aprile: https://t.co/9bTOsOiTgh pic.twitter.com/ZNApSZzS5K
— Ministero della Salute (@MinisteroSalute) April 2, 2022
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