I vini biologici e biodinamici condividono le stesse pratiche biologiche, come evitare pesticidi e fertilizzanti. Scopriamo le differenze
Negli ultimi anni si è assistito a un significativo aumento della consapevolezza pubblica sui prodotti biologici e sulle abitudini alimentari sane. La crescente domanda di prodotti naturali e biologici sul mercato dimostra che oggi le persone si preoccupano molto di ciò che consumano e di come questo influisca sul loro benessere.
Le tendenze del mercato ecologico riguardano anche il mondo del vino, e questo è particolarmente importante per gli amanti del vino che tendono a consumare quotidianamente un bicchiere del loro vino preferito durante il pranzo o la cena.
Una cosa è certa: una volta che si decide di abbandonare il tipo di vino abituale e tutti quei sapori e aromi che fanno venire l’acquolina in bocca, bisogna essere pronti per un gusto un po’ diverso, il gusto della natura stessa.
Come suggerisce il nome, il vino biologico è ottenuto da uve prodotte biologicamente secondo i rigidi regolamenti e principi dell’agricoltura biologica. Ciò implica che l’uso di fertilizzanti sintetici, erbicidi o pesticidi è severamente vietato e controllato dall’ECOCERT in Europa e dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Per essere etichettato come “vino biologico” è necessario soddisfare un lungo elenco di regole e requisiti emanati dall’organo di governo agricolo del paese produttore.
I produttori di vino biologico utilizzano metodi alternativi per preservare l’uva dai parassiti, come l’introduzione di insetti benefici nelle colture e l’uso di “diserbanti” come pecore e polli per proteggere le colture dalle erbacce. Inoltre, il metodo di copertura delle colture e l’uso di compost nei vigneti hanno una grande influenza sui nutrienti essenziali e benefici dell’uva, ma anche sulla sfera fisica, chimica e biologica della salute del suolo e sulla qualità dell’uva. Le colture di copertura sono collocate tra i filari e servono ad attirare insetti benefici che migliorano la qualità del suolo e delle piante.
Si tratta di composti chimici naturalmente presenti nel processo di fermentazione del vino. Tuttavia, i solfiti vengono comunemente aggiunti dai produttori di vino per aumentare la durata di conservazione e il sapore di invecchiamento che amiamo nel vino. Se il vino è prodotto secondo le norme e i regolamenti biologici, ma contiene solfiti aggiunti, viene etichettato come vino prodotto da uve biologiche, ma non è un vino biologico.
Le uve coltivate con metodo biologico non possono contenere organismi geneticamente modificati (OGM). Inoltre, il vigneto in cui cresce l’uva biologica deve essere pulito, senza fertilizzanti o pesticidi sintetici, almeno tre anni prima della raccolta dell’uva biologica. Tutti gli ingredienti aggiunti al vino devono essere di origine biologica, mentre gli ingredienti non biologici non devono superare il 5% del contenuto del vino e devono essere elencati nella Lista nazionale delle sostanze consentite e proibite.
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La viticoltura biodinamica è un metodo sviluppato dal filosofo austriaco Rudolf Steiner negli anni Venti. Il filosofo si concentrava sulla creazione di un intero ecosistema fertile e sull’utilizzo di un calendario astronomico per scandire le diverse fasi della coltivazione, tra cui la vendemmia, la potatura, l’irrigazione e il riposo del vigneto. Inoltre, questo concetto biodinamico è legato ai quattro elementi: terra, fuoco, acqua e spiga. L’idea di Steiner prevedeva la creazione di un ecosistema agricolo equilibrato e armonioso.
La vinificazione biodinamica segue tutti i principi dell’agricoltura biologica, ma con un passo in più rispetto a quest’ultima, in quanto offre un approccio diverso e olistico all’agricoltura, con una maggiore attenzione al suolo, al clima locale e alle tecniche di coltivazione per produrre uva in condizioni ideali. Queste pratiche includono anche la preparazione del processo di fertilizzazione utilizzando corna di mucca riempite di compost e interrate nei vigneti. I vini biodinamici contengono un sigillo ufficiale di Demeter International, la più grande organizzazione di certificazione dell’agricoltura biodinamica rappresentata da 45 Paesi nel mondo. I vini biodinamici europei contengono il sigillo Biodyvin, che rappresenta solo le aziende vinicole europee.
I vini biologici e biodinamici condividono le stesse pratiche biologiche, come evitare pesticidi e fertilizzanti artificiali. Tuttavia, i vini biodinamici possono contenere una quantità di solfiti aggiunti che non è conforme agli standard USDA per i vini biologici certificati. Pertanto, non tutti i vini biologici sono biodinamici, mentre molti vini biodinamici sono anche biologici.
In genere, i vini naturali sono prodotti con i primi e più antichi metodi di vinificazione. Poiché non esistono regole rigide o certificazioni standard, ogni produttore di vino determina il proprio metodo di coltivazione, fermentazione e imbottigliamento del vino naturale. Di solito, l’uva viene raccolta a mano e pressata a mano. I vini naturali non contengono additivi chimici durante il processo di vinificazione, ma sono fermentati spontaneamente con lieviti autoctoni.
I vini naturali non sono filtrati, non hanno gusti alterati o aromi aggiunti, e quindi hanno un aspetto torbido e talvolta un forte odore solforoso. Nella maggior parte dei casi, i vini naturali non sono affinati in rovere, quindi hanno una vita breve e sono prodotti in quantità minori.
I vini naturali hanno un sapore aspro, che ricorda le note del sidro o del kombucha. Questo perché il vino naturale è un semplice succo d’uva fermentato con poche altre aggiunte.
VinNatur, l’associazione italiana per la produzione di vini naturali, organizza ogni anno “La Degustazione VinNatur” a Gambellara, in Veneto. Si tratta di uno dei più grandi eventi sul vino naturale in Europa. Qui potrete assaggiare una serie di vini naturali di alta qualità che cambieranno la concezione dei vini naturali e del loro gusto e profumo “strano”. Continuate a seguire tuttoteK per altri articoli sul mondo delle scienze e non solo.
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